sabato 1 dicembre 2018

Documenti e foto della mostra fotografica di Agosto 2008

Dopo 10 anni dall'abbandono di questo blog ho deciso di riaprirlo  soprattutto per pubblicare quello che fu realizzato esattamente 10 anni fa nell'ambito della mostra fotografica "La storia dentro di noi: come eravamo"che all'epoca riscosse un discreto successo.  Mi sono state avanzate richieste di rivedere alcuni documenti e antiche foto utilizzati all'epoca e quale migliore occasione se non quella di pubblicarle in questo blog che ho ritrovato ancora attivo girovagando su internet.
Ed ecco una panoramica  di quanto fu realizzato all'epoca:








Estratti dall'archivio parrocchiale





COPIA DI PERGAMENE ESISTENTI PRESSO L'ARCHIVIO DI STATO DI TERAMO 



INTERVISTE AD ANZIANI DEL PAESE

Fanno parte della mostra anche alcuni video-interviste ad anziani del paese ma per problemi di spazio non possono essere inseriti in questo blog. Se qualcuno è interessato ad averne una copia può rivolgersi al sottoscritto 







STORIA DELLE NOSTRE FRAZIONI


Per tracciare una breve storia delle nostre frazioni ci siamo avvalsi di ricerche effettuate presso l’archivio di stato e la consultazione della pregevole opera del maggior storico teramano Niccola Palma che con la sua “STORIA DELLA CITTA’ E DIOCESI DI TERAMO”, ha spaziato negli avvenimenti della città dall’epoca pre-romana fino al 1830.
I nomi delle nostre frazioni ricorrono molte volte nell’opera del Palma  e noi abbiamo riassunto i punti salienti tracciandone sinteticamente una breve cronistoria. Per il resto è parimenti ovvio che data la vicinanza con il nostro capoluogo le frazioni del circondario hanno seguito nel corso dei secoli lo stesso percorso storico della vicina città di Teramo agli inizi chiamata Preaetut, poi Praetutium, Aprutium, Interamnia e oggi Teramo.
 Il Palma nel periodo storico attorno al 1500 fa una divisione dei Circondari di Teramo, Montorio, Civitella, Campli, Bellante, Nereto, Giulia, Notaresco. Specifica che il Circondario di Teramo veniva composto da quattro Comuni: Teramo, Torricella, Miano e Rocca S. Maria inserendo Collecaruno e Castagneto nel comune di Teramo e “..le porzioni di Joanella, ch’erano appartenute al Marchesato di Montorio, e che avevano fatto corpo di Università col pezzo di Colle-Caruno del medesimo Stato... “, al comune di Torricella.
Collecaruno, posto dove regna tranquillità e decoro, era proprietà di un certo Cola Caruni, signorotto del luogo che diede il nome al borgo.
Anche Pantaneto, merita di essere citata; era anticamente un castello feudale dove vi erano insediamenti monumentali e importanti ville romane.
Sulla sommità di un colle, in un ripiano abbastanza ampio, sorge la chiesa di S. Maria de Praediis. Questa importante Abbazia ha origini antichissime e come sede parrocchiale rivendica memorie plurisecolari e i documenti che parlano della Chiesa non sono pochi.
Il suo nome “ de Praediis “, vuol dire “ in mezzo ai campi “, lontano da centri abitati. Anche “...il Delfico osservò che la Chiesa stessa è edificata sopra i ruderi antichi..”.
L’edificio ha un aspetto semplice e lineare con facciata a capanna sormontata da un campanile a vela e copertura a capriate, l’interno è suddiviso in tre piccole navate con colonne e pilastri non molto alte, con un’unica abside a pianta semicircolare.
Continua su questo proposito lo studioso Giovanni Corrieri:
” Le colonne sono assemblate con elementi misti, romani e altomedioevali, come la prima a sinistra, il cui fusto è un rocco tuscanico, o la quarta a sinistra, il cui fusto è ancora un rocco romano mentre il capitello è romanico figurato e decorato a cordoni, o infine la quarta a destra dove il solito rocco di colonna romana è sormontato da un capitello cubico di tipo barbarico. Notevoli sono anche i frammenti decorativi, come alcune cornici romane o rilievi a tralci spiraloidi di imitazione bizantina “.
Le pareti interne dopo l’ultimo restauro sono state liberate dagli intonaci fatiscenti e si sono conservati solo quelli che avevano affreschi o tracce di affreschi. In particolare sono visibili in fondo a destra una Madonna con Bambino del Settecento, e, sulla sinistra, un pregevole San Sebastiano della fine del Cinquecento.
Anche altre frazioni limitrofe, quali ad esempio Magnanella o Ioanella hanno secoli e secoli di storia. Basti pensare che il Palma scrive che: “.....Antonio Gazo inerendo ad una supplica indrizzata al Alfonso da Antonella di Ciccarello de Vena, Badessa del monastero S. Giovanni a Scorzone di cui si possono ancora oggi ammirare alcuni resti, rescrisse che si conoscesse de plano, e sommariamente la lite che ardeva fra quel monastero, e Domenico Tommaselli di Joanella, circa l’eredità di Buzio di Nanne di Pastignano “.
Questo Monastero, fu costruito nel 1005 da Teutone, ma già nell’anno 1000 era presente una chiesa dedicata proprio a S. Giovanni.
Il Palma, inoltre, racconta che in seguito ad uno scontro sei Cappelletti morirono e la soldatesca, specialmente il corpo dei Cappelletti irritati dall’accaduto, incendiarono Castagneto, Ioanella e Magnanella.




DALL’EPOCA PREROMANA AI GIORNI NOSTRI

Epoca Preromana dal secolo VIII al secolo V a.C.
Vengono fatti risalire a questi secoli insediamenti Etruschi e Fenici.
Epoca Romana dal secolo V a.C. al secolo V d.C.
 295 a.C. nella battaglia di Sentino i Romani sconfissero la Confederazione italica. Con questa battaglia ebbe termine la Terza guerra sannitica.
290 a.C. il territorio Sabino e il territorio Prepuzio furono occupati militarmente dalle legioni comandate dal Console Manio Curio Dentato.
Alla città di Teramo venne dato il nome latino di Interamnia Praetuttiorum.

I Goti e i Bizantini ( V-VI secolo )
nell’anno 410  va registrata una prima distruzione di Teramo effettuata da parte dei Visigoti di Alarico I. Ssi presume che la presenza dei Goti nel territorio di Interamnia si sia protratta fino a circa il 552-554.
Dopo la fine della guerra gotica, nel 553, si passò sotto il dominio dei Bizantini. Teramo fu ricompressa nel Marchesato di Fermo, soggetto all’Esarcato greco di Ravenna. La città era governata da un conte che dipendeva dal Marchesato di Fermo.
I Longobardi in Italia e in Abruzzo
Tra il 568 e il 572 i Longobardi occuparono la maggior parte dell’Italia settentrionale e centrale mentre persistevano porzioni di territorio ancora nelle mani dei Bizantini. Sicuramente in questa data l’Abruzzo fu almeno parzialmente occupato ma sono contrastanti le opinioni per quanto riguarda l’occupazione longobarda del Castrum Aprutiense, per il quale manca un’ attendibile documentazione.  All’anno 598 risale la pace tra i longobardi di Spoleto ed il  Papa.
Tra il 740 e il 763 quindi, il Marchesato di Fermo ( e con esso anche la Contea Aprutino che ne fa parte ) è sottomesso al Ducato di Spoleto, parte del  “ Gastaldato di Aprutium “ : uno dei sette gastaldati nei quali i Longobardi suddivisero l’Abruzzo, con a capo un Comes castri Aprutiensis.

Secolo XI ( 1001-1100 )
Nel 1077 dai Longobardi del ducato di Spoleto, Teramo, riconquistata da Guarnirei, signore di Ancona, Fermo e Spoleto, passa ai Normanni del Ducato di Puglia.

Secolo XII ( 1101-1200 )
Nel 1140 Teramo entrò a far parte dei domini di Ruggero, primo re delle Due Sicilie, che rimase sul trono dal 1112 al 1154.
Nel 1153 al tempo del Vescovo Guido II e del conte Roberto di Aprutino, Teramo fu distrutta dalle armate normanne di Roberto di Loritello. Alcuni anni dopo (forse 1155 o 1156 ) , il Vescovo Guido II ottenne dal nuovo Re Guglielmo I la supremazia sulla città di Teramo ed il permesso di ricostruirla.

Secolo XIII ( 1201-1300 ) detto Periodo di libertà
Negli anni 1233-1234 per volontà di Federico II di Svevia, il territorio del regno fu diviso in NOVE GIUSTIZIERATI e Teramo fu compreso nel Giustizierato d’Abruzzo, che faceva capo a Sulmona; dopo la morte di Federico II ( 1250 ) gli Ascolani assediarono Teramo, ne distrussero le mura e abbatterono le porte, molti furono i prigionieri.
Nel 1268 finì il dominio degli Svevi ed inizio  quello Agioino.
Il 5 ottobre 1273 Carlo I d’Angiò sancì col diploma di Alife la suddivisione dell’Abruzzo, considerato un distretto troppo esteso per essere ben amministrato e difeso.



Secolo XIV ( 1301-1400 )
Durante il dominio angioino Teramo conobbe un periodo di splendore; acquisì castelli, villaggi e soprattutto grandi privilegi concessi dai sovrani, con i quali si costruirono chiese, conventi e palazzi.
Il Palma nel secondo volume del libro più volte citato, dice che intorno al 1348 “....S. Marie de Predis tenetur dare, et facere pro possessionibus quas habet sub dominio dicti Capituli in Kalendis Maii cordiscum unum, et ova quinquaginta in Festo Carnisprivii, in festo Assumptionis Virginia gloriose tortellas duas, et staria grani III. Item Ammiscer “, .... : “ la Chiesa di Santa Maria de Praediis, insieme ad altre, è tenuta a dare e a fare, per i possessi che tiene in proprietà del predetto Capitolo, un “ cordisco “ ( cioè una pecora giovane che non ha ancora figliato )  il 1° Maggio e cinquanta uova nella festa di Carnevale, due “ tortelle “ e tre staia di grano nella festività dell’Assunzione della Vergine gloriosa. Parimenti, due ammisceri “ .
Nel 1363 inizia la guerra tra Teramo e Campli per il dominio sulla montagna di Melatino oggi montagna di Campli.
Nel 1380  si verifica in città un disastroso terremoto.
Nel 1383 Antonello De Valle è il primo signore di Teramo.
Secolo XV ( 1401-1500 )
Negli anni 1400-1401  iniziarono le lotte tra i De Melatino e i De Valle, e solo nel 1420 per conto della regina Giovanna II, Braccio da Montone, signore di Teramo, riporta un pò di ordine nella città.
Teramo dal 1436 al 1442 fu governata da Francesco Sforza, la città si caratterizza come città comunale.
Nel 1443 Alfonso V d’Aragona venne a Teramo a scacciarvi i presidii Sforzeschi.

Secolo XVI ( 1501-1600 )
In questo periodo il regno di Napoli passa a Ferdinando il Cattolico, re di Spagna, che dà inizio al dominio spagnolo sull’Abruzzo e sul meridione; Teramo ed altre città dell’Abruzzo entrano in possesso di Giovanna, figlia di Ferdinando, e dell’altra Giovanna sua figlia. Le due regine visitarono l’Abruzzo nel 1514.
Nel maggio di quell’anno furono in Teramo: la loro visita è ampiamente descritta sia dal Muzii che dal Palma.
Alla morte di Ferdinando il regno passa a Carlo V.
Poco dopo Teramo è venduta al duca di Atri, Andrea Matteo Acquaviva. I Teramani si ribellarono alla decisione e si armarono pronti a resistere all’assedio del Duca che effettivamente circondò la città nel Novembre del 1521.
Il 17 Novembre del 1521 si dice che nel corso della notte, atterrite da una miracolosa visione della Vergine Maria e San Berardo apparsi a difesa delle mura della città, le truppe di Acquaviva tolsero l’assedio e si allontanarono; il cosiddetto miracolo di San Berardo.
Negli anni 1527-1528 una pericolosa pestilenza colpisce l’Abruzzo ma risparmia però Teramo. Però negli anni 1570 e seguenti si sviluppa la cosiddetta “ epidemia del Castrone “ o del montone, dovuta alle pessime condizioni igieniche nelle quali si trovava la città.
Si affermò a Teramo nell’anno 1562 il cosiddetto Quarantottismo con il quale le sorti del Municipio furono affidate a 48 famiglie “ storiche “ che ressero le sorti della città fino al 1770.
In quest’epoca la divisione della città in “ sestieri “ si trasformò in divisione in “ quartieri “.
Nel 1580 e nel 1594 le attribuzioni del capitolo Aprutino si limitarono alla bolla ed alla immissione nel possesso mentre per tutto il resto pensò il vescovo. Il Palma afferma che di tante collazioni perdute, solo quattro rimasero intatte, tra cui S. Giacomo di Collecaruno e  S. Maria de Predis a Colpladino.
Tra il 1570 e il 1600 Orazio Delfico acquista molti appezzamenti di terreni nei pressi di Castagneto e Pantaneto e gli atti notarili scritti su pergamene sono oggi conservati presso l’Archivio di Stato.

Secolo XVII ( 1601-1700 )
La Chiesa di S. Maria de Praediis è ricordata in questo periodo  nelle visite canoniche del 1611 e del 1614.
Nel 1630 arriva la  pestilenza propagatasi dalla Sardegna;
Nel 1684 la Regia Udienza viene concessa a Teramo, che spera di divenire capoluogo di provincia.

Secolo XVIII ( 1701-1800 )
Nel 1744 si verifica l’ invasione tedesca e nello stesso anno nasce Melchiorre Delfico;
Nel 1798 l’esercito francese del periodo Napoleonico, al comando del generale Rusca, entra a Teramo. Qui i Francesi e i Cisalpini si abbandonano a saccheggi, devastazioni e requisizioni, istituendo un governo provvisorio detto Municipalià. Nei paesi invece vengono istituite le Edilità. Otto giorni dopo l’arrivo degli invasori, i contadini, i montanari ed altri entrano in Teramo e ne cacciano, con l’aiuto delle sassate degli abitanti, il presidio francese.
La città in mano alla plebe inferocita subisce devastazioni. L’intervento del vescovo Pirelli e di cittadini responsabili come Gio. Bernardino Delfico, frena la teppaglia. Settecento francesi, al comando dell’ufficiale Charlot, da Montorio si dirige a Teramo accampandosi nel sobborgo occidentale della Cona. Dopo una breve scaramuccia rientrano in città e uccisero quattro cittadini rei di aver rubato loro un cannone. Nei villaggi e in montagna si rifugiano gli insorgenti fedeli ai Borboni, figli del vecchio brigantaggio e padri del nuovo.
Da questo momento prenderanno forza il prete De Donatis che si faceva chiamare il generale de ‘Colli, don Emidio Cocchi di Tizzano.
Il 2 maggio 1800 i fratelli Fontana, briganti, diventano padroni di Teramo.

Secolo XIX ( 1801-1900 )
All’annuncio della pace tra i belligeranti la città di Teramo esplode con grandiose feste, con fuochi d’artificio, corse di cavalli, lancio di palloni aerostatici, feste da ballo anche ufficiali e un solenne Te Deum.
Nel 1802 una nuova carestia provoca numerosi decessi.
Il 15 marzo 1806 Napoleone sconfisse il re Ferdinando I di Borbone e nominò Re di Napoli suo fratello maggiore Giuseppe. Teramo pagò per i festeggiamenti in onore dei nuovi padroni.
Il 2 Agosto venne abolita la feudalità.
La regione fu divisa in province ulteriormente divise in distretti con a capo rispettivamente governi provinciali e distrettuali. Il territorio aprutino fino a Pescara costituiva l’Apruzzo Ulteriore I.
Nei giorni  21 e 22 Maggio del 1807 Giuseppe Napoleone in visita a Teramo, alloggiando nel palazzo vescovile, fu duramente osteggiato
Nel 1813 il comune di Teramo viene diviso da Miano ma viene annesso il territorio di Forcella, Castagneto, Magnanella con Gesso e Collecaruno.
Il 24 Luglio 1832 visita di Ferdinando II; Niccola Palma descrive nei dettagli la cronaca dell’avvenimento.
Il 19 settembre 1844 seconda visita di Ferdinando II acui segue una terza il 24 Aprile 1847.
Un antico documento che riguarda Pantaneto è rinvenuto all’Archivio di Stato, risalente al 5 Marzo 1826.
Si tratta di una petizione, rivolta al Sindaco di Teramo, nel quale Biaggio Zuppini e Michele Di Giuseppe chiedono il permesso di far partecipare economicamente gli abitanti delle frazioni interessate, per realizzare la festa, il 15 Agosto.
Questa tradizione  si è mantenuta nel tempo e ancora oggi si festeggia con grande impegno e partecipazione presso la Chiesa di Santa Maria de Praediis.
A seguito dell’annessione al Regno d’Italia il 21 Maggio 1863 il principe ereditario Umberto di Savoia viene in visita a Teramo, e da allora le nostre frazioni con la città capoluogo faranno parte definitivamente del ricostruito  Stato Italiano.

Secolo XX ( 1900-2000 )
Gli avvenimenti di questo secolo vedono le frazioni di Castagneto, Collecaruno, Pantaneto, Colle Marino, immerse in una sonnolente tranquillità. Gli avvenimenti principali come le due guerre mondiali vedono una partecipazione e un contributo importante da parte degli abitanti, anche con sacrifici di vite umane, sia nella prima che nella seconda e nella lotta partigiana che fanno anche delle nostre località teatro di piccoli scontri tra le opposte fazioni, e il passaggio delle truppe tedesche in ritirata lasciano un segno di devastazione e terrore.
Arriviamo, quindi, ai giorni nostri e al prossimo ancora incerto futuro, quando qualcuno, lo speriamo vivamente, continuerà partendo da queste poche righe a tramandare la storia di Castagneto, Collecaruno, Pantaneto, Colle Marino.

Ricerca di Francesco Di Paolantonio – da archivio storico di Teramo e da “Storia della città e diocesi di Teramo” di Nicola Palma





CENNI STORICI SULLA FAMIGLIA IANUARII

La famiglia Scaricamazza Ianuarii ha lasciato un’ impronta indelebile nella storia delle nostre frazioni, soprattutto a Castagneto, ed ha profondamente inciso sulla vita di tutta la comunità. E’ giusto, quindi, dedicarle uno spazio adeguato, ripercorrendo i momenti più salienti della storia di questa casata.
 Le origini della famiglia vengono fatte risalire anteriormente al 1750, quando Giacomo Scaricamazza con il figlio Luca coltivavano come agricoltori la tenuta di Colle Pladino. Le ricerche condotte non hanno sciolto il dubbio se lavorassero  a mezzadria o su terreni di loro proprietà.
Viene collocato attorno agli anni 1810-1820 l’improvviso cambiamento nella vita della famiglia Scaricamazza. La tradizione popolare racconta del ritrovamento di un forziere pieno di marenghi d’oro, durante l’aratura dei campi, in una versione, o nascosto in una stalla, in un’altra.
Da quel momento la famiglia inizia ad acquistare varie masserie nella zona ed anche al di fuori, trasferendo la propria abitazione nella frazione di Castagneto, dove acquista e ristruttura l’imponente edificio con torretta, che ancora domina il paese.
Nel 1831 Francesco, primogenito di Luca, non avendo avuto eredi maschi, dà in sposa la propria figlia Rosa Marina, quattordicenne, a Francesco Ianuari di Pascellata, che si trasferisce  a Castagneto. Da quel giorno la casata assume il nome di Ianuarii Scaricamazza. La giovane coppia dà alla luce in soli 4 anni, dal 1832 al 1836, 4 figli, due femmine e due maschi.  E sarà il figlio Filippo a dare continuità alla stirpe.
Negli stessi anni, l’altro figlio maschio di Luca, Giamberardino, sacerdote nella frazione per alcuni decenni, fa erigere al centro di Castagneto l’attuale chiesetta dedicata all’Immacolata.
 Nel periodo che va dal 1900 al 1952 per merito del figlio di Filippo, Francesco (don Ciccio per tutti), che ebbe anche vari incarichi nell’Amministrazione di Teramo, la piccola frazione di Castagneto si sviluppa, godendo molto prima degli altri paesi circostanti di alcuni benefici come le forniture di acqua, di  energia elettrica, la costruzione di nuove strade, e non va dimenticata la presenza di un ufficio postale e della scuola elementare.
Inoltre, negli anni difficili delle due guerre, le famiglie più bisognose hanno sempre avuto un punto di riferimento nella famiglia Ianuarii Scaricamazza, soprattutto nella bontà della signora Carmela, che con aiuti diretti e concreti ha consentito loro di superare momenti difficili nel reperire il necessario quotidiano per loro e i loro figli. Inoltre opportunità di lavoro agricoli stagionali nell’ azienda venivano offerte a chi non poteva permettersi altre alternative.
Don Ciccio e la signora Carmela misero al mondo 4 figli ma due non sopravvissero; Bernardino scompare all’età di nove anni e Filippo perì, giovanissimo, a seguito di un incidente stradale. .Non essendosi sposato il figlio Serafino, soltanto Luca ha dato temporanea continuità alla casata con le due figlie Licia  e Carmen, che però non hanno avuto eredi.

Ricerca di Francesco Di Paolantonio - archivio storico di Teramo e archivio parrocchiale di Castagneto

giovedì 2 ottobre 2008

La mostra fotografica sulla stampa!

Con molto piacere abbiamo letto l'articolo pubblicato sulla rivista "Il Donatore" relativo alla mostra fotografica che si è tenuta nella nostra frazione nel mese di Agosto.

Il direttore della rivista, Gabriele Di Cesare, e il suo collaboratore Lucio
De Marcellis ci onorarono della loro visita ed hanno voluto riportare le loro positive impressioni sulla nostra semplice ma lodevole iniziativa.

Per leggere l'articolo basta cliccare sul testo.


mercoledì 3 settembre 2008

Chiusura mostra storico-fotografica

Nella serata del 31 agosto alle ore 22.00 in punto si è conclusa l' avventura estiva della mostra fotografica. Il Presidente del Comitato ha tracciato una bilancio assolutamente positivo di questa esperienza, dando ai giovani partecipanti il giusto riconoscimento per un impegnativo lavoro portato avanti in meno di un mese e che ha visto un'affluenza di visitatori superiore alle più rosee aspettative.
Inoltre, oltre al plauso sulla interessante iniziativa, si è avuta sia da parte di visitatori venuti da fuori che di quelli residenti, la richiesta di non lasciar cadere la manifestazione come occasione culturale di una estate, ma di ripeterla nel prossimo anno sicuramente con una partecipazione molto più attiva dei residenti, che hanno potuto riconoscere ed apprezzare l'impegno dei nostri giovani.
E' seguita, subito dopo, la premiazione dei ragazzi che più di altri si sono adoperati nella realizzazione dell'esposizione ed hanno avuto riconoscimenti concreti:

-Valentina e Simone primi a pari merito come impegno complessivo ;

-Nunzia per aver realizzato l'albero genealogico più completo;

-Gabriella per aver procurato la fotografia più antica dell'esposizione.

Una particolare menzione per la loro generosa e pronta disponibilità sono andate anche ad Elisa e Marco.
La serata si è conslcusa con un brindisi ed una grande abbuffata di cornetti caldi e ripieni di golosi ingredienti.

domenica 3 agosto 2008

Pronta la mostra storico fotografica!!!


E' in dirittura d'arrivo la mostra storico fotografica " la storia dentro di noi: come eravamo".
I giovani hanno collaborato chi più chi meno intensamente a portare a termine il progetto.
Ottenuto il patrocinio e il contributo dal Comune di Teramo, abbiamo potuto preparare anche un'azione pubblicitaria realizzando e facendo stampare brochure e manifesti.
Ormai è tutto pronto per l'inaugurazione che avverrà domenica 10 agosto alle ore 17.00.
Tutti sono invitati ad intervenire ed a visitare la mostra negli orari di apertura.








lunedì 28 luglio 2008

Teatro dialettale

Nella serata del 3 agosto p.v. alle ore 21.00 presso il piazzale antistante la chiesa di S. Maria de Praediis si terrà uno spettacolo di teatro dialettale allestito dalla compagnia " Il Torrione" e patrocinato dal Comune di Teramo su richiesta del Comitato di Frazione.
Siete tutti invitati ad intervenire per trascorrere una serata in sana allegria.

martedì 8 luglio 2008

Torneo di bocce

Si è svolto domenica 6 luglio il torneo di bocce aperto a tutti: ragazzi, uomini e donne.

Il risultato del torneo è stato il seguente :

Coppia prima classificata: Lello e Antonietta

Coppia seconda classificata: Silvia e Vanna

Coppia terza classificata: Nico e Simone

ai quali sono stati consegnati ricchi premi consistenti in medaglie d'oro, d'argento, di bronzo

oltre ad un vasto assortimento di prodotti alimentari.

Il torneo è stato anche arricchito da un favoloso barbecue, a base di arrosticini e salsicce,
approntato dai nostri validi chef Piero e Gabriele che non hanno smentito la loro proverbiale disponibilità e bravura nel far trascorrere a tutti gli ospiti una indimenticabile serata.

lunedì 9 giugno 2008

GITA TURISTICA

Il Comitato di Frazione organizza per il giorno 29 giugno 2008 una gita turistica nella zona di Ancona per visitare le

grotte di FRASASSI e il centro commerciale IKEA

La gita avrà inizio e conclusione nella giornata di domenica con partenza alle ore 06.30, e previsto rientro ore 22.00 circa.
La quota di partecipazione è di 30 € per i soci del Comitato e di 35 € per gli altri eventuali partecipanti.
Il numero minimo di partecipanti è, per il momento, fissato in 19. Se in sede di prenotazioni si dovesse superare tale numero ed arrivare almeno a 30 unità, il costo della gita si
ridurrà di conseguenza.
L’importo comprende il costo del viaggio e del biglietto di ingresso alle grotte con accompagnamento di guida turistica. Tutte le altre spese sono a carico dei singoli partecipanti.
Gli interessati alla gita sono invitati a dare l’adesione mediante il versamento di un acconto di 10 euro entro la giornata del 15 giugno 2008 agli incaricati:
Francesco Di Paolantonio - Giancarlo De Micheliis - Luciana Cordone